SUNTO

Sunto non si compra ... si legge gratis - Dal 1976 l'informazione paliesca senza un briciolo di pubblicità

 

   

De Mossi organizza il Palio ad ottobre

Praticamente è ufficiale: ci sarà il Palio in più ad ottobre. Un Palio straordinario come prescrive l'art. 2 del Regolamento nella versione "A Siena si fa come ci pare". Andiamo con ordine.

Primo passo per De Mossi: i Palii ordinari devono essere annullati con un preciso atto del Consiglio comunale. Non basta, infatti, che De Mossi convochi una conferenza stampa o senta onorandini o capitanini: chi decide l'annullamento degli ordinari è solo il Consiglio comunale.

De Mossi, contrariamente a quanto fece nel 2020, non può spostare le date stabilite dal rito del Palio e confermate dal Regolamento; o si corre il 2 luglio e il 16 agosto, oppure salta tutto. L'unico evento che De Mossi può attuare è il Palio in più.

Perché il Consiglio annulli i Palii ordinari è necessario agire in tempi brevissimi, in quanto o il 30 maggio, o in alternativa il 12 giugno, è prevista l'estrazione delle sei Contrade per Provenzano. La situazione legata alle squalifiche non permette di agire in alcun modo: stop agli ordinari e possibilità, infrangendo il Regolamento, di lanciare il Palio in più.

Per lo straordinario, il Regolamento è abbastanza preciso. Se si voleva osannare Dante (ad esempio) le richieste dovevano pervenire entro il 31 marzo. C'è però il dettato del comma 2 dell'articolo: "E' possibile derogare al termine del 31 marzo esclusivamente in caso di avvenimenti ed eventi straordinari ed eccezionali che siano accaduti dopo tale data".

Bene qui subentra il motto "A Siena si fa come ci pare"; perché se si pensa di festeggiare, ad ottobre, la fine del covid, come evento straordinario ed eccezionale, si prende offende l'intera umanità. L'unica motivazione plausibile per il Palio in più è legata al nostro immoratle motto: "A Siena si fa come ci pare", quindi anche il Palio in più.

Adesso, però, subentrano altre questioni. Il nulla-osta del Prefetto è scontato, in quanto è impensabile che il rappresentante dello Stato possa mettersi contro un'intera città. Forse.

Altro ostacolo al piano di De Mossi, che vuole così offrire alle tre squalificate l'occasione di annullare la sanzione, riguarda quota 10. Se non ci sono dieci sì l'iniziativa del Palio in più non può arrivare sui banchi del Consiglio comunale. Le Contrade che per Regolamento verranno invitate dall'onorandone ad esprimersi saranno 14. Due Contrade, rivali delle squalificate (Chiocciola e Montone), sono da considerarsi tra i no diretti ed assoluti. La terza Contrada con la rivale squalifica (Torre) dovrà dire di sì, aiutando così l'Oca a scontare un Palio, perché deve "qualcosa" a De Mossi per una sanzione non ricevuta.

Un'altra Contrada, sempre contraria all'effettuazione degli straordinari ma oggi predisposta al sì, è l'Onda. C'è poi da considerare la Lupa il cui voto favorevole al Palio in più proprio non si riuscirebbe a comprendere, fornendo all'Istrice un'occasione ulteriore di correre prima del 2022 e, quindi, di vincere.

Lasciamo perdere le considerazioni per le cosiddette Contrade che mettono a disposizione solo il cavallo ai fantini per vincere; la situazione per De Mossi sarebbe drammatica con i cinque no scontati sulla carta e sulla logicità: Chiocciola, Torre, Valdimontone, Onda e Lupa. 14 meno 5 fa 9 e quindi niente Palio in più.

Mancano cinque mesi e mezzo per ottobre, tempo più che sufficiente per De Mossi per racimolare 12 sì.

22 aprile 2021