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I giri delle Contrade vanno effettuati come il rito impone

Nel pomeriggio di oggi gli onorandini tornano a riunirsi nella sede della Selva per discutere, e si spera anche deliberare, sul problema delle Feste titolari e conseguenti Giri. Domani, dalle colonne de La Nazione e l'affettuosa intervista di Laurettta all'onorandone, sapremo com'è andata.

Le voci filtrate, da mezze parole e così via, proporrebbero i Giri ridotti ad un numero preciso di figuranti, senza la partecipazione del popolo e con uno strettissimo legame con la filosofia del quattrogiornista, propria della maggior parte degli onorandini.

Accontentare la discesa delle lacrime del quattrogiornista sembra essere il fine a cui dell'onorandone sta impostando il lavoro sui Giri e Feste titolari.

Sono soluzioni, queste, già bocciate in largo anticipo, e senza rumore,  dal Prefetto, che ha alzato il cartellino rosso in faccia a De Mossi e onorandone in occasione di quel ridicolo 25 marzo messo in piedi solo per la coreografia del quattrogiornista.

Un Prefetto, già indispettito dal fatto di ritrovarsi i 17 Paggi Maggiori a zonzo per la città, e al quale, evidentemente, sono venute a mancare tutte quelle illustrazioni necessarie nel percorrere le strade paliesca e contradaiola. Evidentemente né De Mossi,  né l'onorandone sono riusciti a disegnare la strada da percorrere, altrimenti inalberarsi per la presenza dei 17 Paggi Maggiori non avrebbe senso.

Forse appare necessario pensare a nuove strategie di dialogo con il Prefetto, visto che De Mossi, ignorando la realtà dinamica, è sempre più intenzionato all'effettuazione dei Palii 2021.

Ma al di là della posizione del Prefetto, legittima in quanto rappresentante dello Stato in terra senese, c'è da chiedersi, in attesa della riunione degli onorandini del pomeriggio, come sia giusto ed opportuno rispettare il rito del Giro e della Festa titolare.

L'esempio tra il tragico ed il comico del 25 marzo dovrebbe aver insegnato agli onorandini, specialmente a quelli non quattrogiornisti a cui ovviamente appartiene l'onorandone, che un rito va prima di tutto rispettato e, se non è possibile rispettarlo, non va né violentato, né arrangiato, né adeguato.

O lo svolgimento dei riti viene fatto come deve essere fatto, secondo le cadenze naturali che la storia impone, oppure è meglio passarci sopra e rimandare tutto al 2022 (o 2023?), avendo, finalmente, il coraggio di decidere ed assumere una posizione senza attendere che gli altri tolgano le castagne dal fuoco.

Anche se nel passato si è passato sopra all'obbligo rituale di conservare la data della Festa, come dimostrano Valdimontone, Giraffa, Onda, Bruco, certe volte il Drago; anche se nel passato le Contrade si prestavano a vicenda tamburini ed alfieri, con regolare e tradizionale "pagamento", il Giro resta pur sempre un segno distintivo di ciascuna Contrada e non merita un'umiliazione come è avvenuto per il 25 marzo, data, del resto, resuscitata nel 1976 da Sunto.

Attendiamo, adesso, fiduciosi di leggere domani la notizia che Lauretta sbatterà in prima pagina. Certo, se i quattrogiornisti domani dovranno mettersi a piagnucolare non sarà colpa del Prefetto, che, da rappresentante dello Stato, svolge solo il suo compito.

11 aprile 2021