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Onorandini e Feste Titolari: verso il caos più completo

Sempre grazie alla grande occasione di Lauretta (non mia)  sulle questioni inerenti la vita paliesca e contradaiola, oggi sulle colonne de La Nazione troviamo l'ennesima intervista rilasciata dell'onorandone sulla riunione di ieri sera nella sede del Leocorno.

La decisione di non decidere è stata presa e non si è parlato, a quanto sembra, del problema dei donatori di sangue, del regolamentino interno (rituale) e così via. Si è invece parlato delle Feste titolari, che porteranno tutti gli onorandini verso il precipizio.

Nel momento in cui si pensa solo all'essenza fokloristica, contraccambiandola come un'esigenza dello stare insieme, si ha la precisa sensazione che qualcosa non sia perfettamente in equilibrio con la situazione disegnata dal quotidiano.

La lunga stagione delle Feste Titoli, da aprile a settembre, non può produrre alcuna indicazione sugli assembramenti e la distanza interpersonale producendo dei veti e delle soluzioni che andranno a colpire tutto ciò che di positivo offrono i rituali Giri di Contrada.

Pensare di forzare gli equilibri, avitando di disinteressarsi delle problematiche che ne derivano, non sembra una linea che possa garantire una valutazione serena di tutte le complicanze che derivano dallo stato di emergenza che sta per far superare i 100 mila morti.

Cosa ci sia da festeggiare, al di là del Santo protettore, è una domanda che va rivolta all'onorandone, adagiato più a soddisfare le pressioni che arrivano piuttosto che a delineare, con chiarezza, le motivazioni di un nuovo consetivo "rinvio" di tutto ciò che può creare assembramenti; non consentiti dall'autorità statale.

9 febbraio 2021