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Quanto sarebbe bella un'azione giudiziaria contro il Citipi!

Il Palio di Siena, da quando esiste (l'unica data è quella del 1659), è sempre stato un "giochino" di diretta responsabilità e organizzazione del potere centrale della città di Siena, dalla Biccherna all'attuale Giunta comunale.

La storia non ammette al riguardo alcuna interpretazione giuridica: il Palio è Siena e Siena è il suo Comune, in tutte le forme che i secoli ci hanno consegnato.

Anche di recente De Mossi ha teso ad evidenziare che "l'organizzatore del Palio è il Comune di Siena cui competono la soprintendenza e la direzione dei Palii" per cui spetta al Comune ogni decisione per la tutela del Palio.

Nel 1981, quando venne inventato il Citipi, si pensò arbitrariamente a definirlo come un consorzio che tutelasse il Palio di Siena. La tutela del Palio è illegittima e dovrebbe essere motivo di azione giudiziaria.

Se è vero che il Palio è un "giochino" che il Comune di Siena indice, organizza e sviluppa, deve essere solo il Comune a tutelarne i diritti; il Citipi non è l'organo che in qualsiasi tribunale italico può presentarsi a difesa della manifestazione.

Non accadrà certo con De Mossi, ma il nuovo inquilino di Palazzo dovrà compiere i passi necessari a ché il Citipi cambi denominazione. D'altronde, è bene ribadirlo, in una causa giudiziaria il Citipi non potrebbe presentarsi a tutela del Palio, in quanto il suo Statuto prevede solo la tutela dei colori ed emblemi delle Contrade.

Sarà una lotta per rendere giustizia al Palio di Siena e se, per protesta, i soci-onorandini non volessero partecipare alla corsa ... pazienza. Perché, poi, Siena trionfa sempre immortale.

Così, semplicemente.

15 settembre 2020