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La Corte Costituzionale boccia il Ministero della Salute e dà ragione alla Regione Molise

E’ stata chiamata in causa addirittura la Corte Costituzionale per una questione che, nel merito, riguardava il Regolamento delle Carresi, ma che possiede interessanti spunti anche per Siena. Le Carresi, come noto, sono delle corse di carri trainati dai buoi, i quali vengono stimolati da cavalieri a cavallo.

La Corte è stata chiamata in causa perché il Presidente del  Consiglio del Ministri Conte ha contestato, nel momento della ratifica, una modifica della legge della Regione Molise in merito alle Carresi.

Il mondo animalaio, nell’occasione, uscì con bandiere spiegate e per quello delle Carresi iniziava un periodo difficile, durato appena un anno e conclusosi nel migliore dei modi.

La Corte Costituzione, infatti, ha accolto le motivazioni della Regione Molise, la cui Avvocatura è riuscita a smontare punto su punto le tesi dello Stato.

La sentenza della Corte è stata depositata il 9 marzo e, giustamente, ritiene che le ordinanze del Ministero della Salute, note come ordinanze Martini, assieme all’accordo del 2003 tra Regioni e lo stesso Ministero, siano fonte primaria per la regolazione delle manifestazioni popolari in cui si usano cavalli, soprattutto perché è ancora mancante l’ “emanazione di un’organica disciplina in materia”; insomma “una fonte normativa primaria” cioè una legge.

A parere della Corte, la validità delle ordinanze Martini hanno motivo di esistere solo in quelle Regioni che non hanno provveduto ad emanare leggi sul benessere animale. La Toscana non rientra in queste. Di conseguenza, le ordinanze Martini non potranno più essere applicate a Siena, perché secondo la Corte “la Regione Molise ha adottato … una articolata disciplina … ispirata al contemperamento fra manifestazioni storico-culturali e tutela del benessere animale”.  

Notevole un altro passaggio della Corte là dove viene sostenuto un principio relativo alla normativa che permette lo “svolgimento di specifiche manifestazioni popolari di riconosciuto valore storico-culturale” e di conseguenza “tale principio … si cala … nel contesto di specifiche esigenze locali, confortate da solide, oggettive ragioni che trovano sostegno in altri aspetti dell’ordinamento, da leggersi dunque in modo complessivo e integrato”.

Il Palio, unico nel mondo, da secoli offre a se stesso questo “principio”.

Sempre sulle ordinanze Martini, che si sono succedute dal 2009 ad oggi, vanno posti in risalto alcuni passaggi già analizzati da decenni e mai presi in considerazione da Siena. Ci riferiamo al concetto di  “ordinanza contingibile e urgente” contestato dall’Avvocatura della Regione Molise perché, secondo la legge 833 del 1978, per essere tale l’ordinanza  richiede un  “utilizzo che deve essere giustificato dalla presenza di un pericolo irreparabile ed imminente per la pubblica incolumità”.

Così, dopo Ronciglione, è toccato alla Regione Molise evidenziare che le disposizioni ministeriali devono essere rivolte a chi non possiede una “disciplina organica”, cioè una legge sul benessere animale; tesi confermata dalla Corte Costituzionale.

Allora ci chiediamo come Siena, negli anni, abbia sempre volutamente ignorato tale problematica.  Sarà così anche dopo l'emanazione di ieri della nuova ordinanza perché De Mossi non vuole affrontare la problematica.

8 settembre 2020