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De Mossi e il citipi: tutti con le mani legate

L'atto (n. 393 del 10 novembre 2017) con cui le immagini del Palio, concesse dal Comune di Siena, che ne è assoluto titolare, al citipi e congrega degli onorandini, è scaduto, nonostante che De Mossi il 2 maggio 2019 (delibera n. 168) avesse deciso, un po' alla quattrogiornista, la risoluzione del contratto.

Nell'atto del 2017 non è prevista alcuna possibilità di deroga, come sta sbandierando l'onorandino del Bruco, per cui il pacchetto delle immagini televisive torna nelle mani del Comune che ne possiede la completa titolarietà. Se il citipi agisse in maniera autonoma commetterebbe un "illecito" amministrativo e l'eventuale rapporto con la Rai non avrebbe alcuna validità.

Ne deriva che o l'onorandino del Bruco ottiene da De Mossi un preciso atto di Giunta Comunale che conceda la proroga, oppure non può esistere alcun tipo di trattativa. Certo De Mossi si trova con le mani legate, perché se concede la proroga per stipulare nel 2021 l'accordo alla Rai va incontro ad una fondamentale distruzione di tutto ciò che ha detto e scritto sulle immagini televisive distorte contro il Palio.

Al di là di queste considerazioni, De Mossi deve anche scoprire il "segreto" della proroga al 2100n della srl del citipi; se cioè è avvenuta attraverso il cda oppure dall'assemblea dei soci-onorandini. Le informazioni in nostro possesso danno per certo che l'assemblea non ha mai deliberato una  proroga, che, sia detto a margine, risulta essere del tutto platonica ma, allo stesso, decisiva e vitale per l'esistenza dello stesso citipi.

Quindi: se il cda ha deliberato in modo autonomo, la decisione non ha alcun valore per la legge italiana; al contrario l'assemblea può deliberare questa proroga, magari al 2101. Qualunque sia la situazione, De Mossi è chiamato a fare chiarezza ... anche con se stesso.

29 agosto 2020