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Il canape di Bianciardi bruciato dalle forzature

Nonostante la vcampagna, anche sterile, degli organi di informazione locale; nonostante le telefonate di un Bircolotti che ha dato l'impressione di un appannamento nei suoi giudizi; nonostante le forzature imposte a De Mossi da del collo per le "prove" negli inutili trotterellini di Mociano; nonostante tutto ciò il canape di Bianciardi è uscito ampiamente sconfitto da quella due-giorni ridicole che si è svolta a Mociano.

Il teatro, appunto Mociano, non era assolutamente il luogo adatto per saggiare se effettivamente il canape di Bianciardi potesse essere adattato al tufo, mancando del fattore principale: la forzatura che si registra in Piazza.

E sia chiaro, una volta per tutte: la forzatura al canape, in Piazza del Campo, è suddivisa in ben tre fasi. La forzatura per le batterie della tratta è diversa nella sostanza e nell'impegno di quella che si registra per le prove. Non analizziamo poi quella forzatura che avviene per il Palio; una forzatura che presenterebbe, almeno sulla carta, un enorme problema di sgancio nella parte centrale del canape.

In realtà le "prove" si fanno in Piazza, ma questo canape di Bianciardi non può essere provato né per tratta, né per prove, né, specialmente, per il Palio. La principale caratteristica che porta alla forzatura, cioè l'atmosfera ed energia che i fantini trasmettono ai cavalli per il Palio, si verifica solo in un'occasione: il giorno del Palio appunto. Un'occasione che non si presta ad alcuna "prova".

Purtroppo le forzature, compresa la non capacità organizzativa dell'ufficietto diretto da del collo, hanno prodotto un esito completamente negativo nella valutazione del canape di Bianciardi, grazie soprattutto alle effusioni di gioia di chi dovrebbe, in teoria, effettuare una giusta e corretta informazione di base.

Evidentemente, ognuno ha come obiettivo il passaggio alla storia; del collo proprio si proietta nella direzione opposta.

Così, semplicemente.

20 luglio 2020