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Il lavoro estivo che De Mossi non sa fare

Un'estate piena senza distrazioni paliesche, in quanto il tufo in Piazza proprio non èptrà mai essere steso per l'intera annata, potrebbe spingere De Mossi ad analizzare, con l'intera Commissione di revisione regolamentare, tutti quegli aspetti normativi che ancora zoppicano all'interno dei 105 articoli scritti nel 1949, e modificati negli anni.

Le problematiche regolamentari sono copiose e abbastanza complicate, per cui è necessario un intervento corposo per cancellare incongruenze verificatesi nel momento in cui, con Tirelli, si sono aperte ben altri orizzonti sulla giustizia paliesca.

Ma non v'è solo la giustizia paliesca, che andrebbe analizzata nuovamente a fondo; gli argomenti sono tanti e riguardano sia gli aspetti storici, come la riscrittura dell'articolo 4, sia economici, sia di riallineamento delle regole all'attualità sociale. Perché sia chiaro: se il Palio è arrivato fino ai giorni nostri lo si deve solo, ed anche esclusivamente, al fatto che le "regole del gioco" sia siano conformate con la realtà sociale del momento.

L'attuale Commissione di revisione, che in modo pacchiano si è auto-applaudita ritenendo superficialmente di essere stata brava e capace (le dichiarazione al riguardo dell'onorandone facevano veramente commuovere), sembra non essere più in grado di comprendere il vicolo cieco in cui la giustizia paliesca si è andata a ficcare.

Tutto dipende da De Mossi, il quale dimostra di non essere capace, anche perché non vuole farlo, di affrontare l'estate pensando al Regolamento del Palio. Cosa fare allora? Semplice, continuare a scrivere; raggruppare le idee e le osservazioni; attendere le nuove elezioni. Non manca il tempo per confezionare un Regolamento pronto e confacente alle necessità contradaiole e paliesche.

8 luglio 2020