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L'occasione dell'esaltazione dell'ipocrisia

Dobbiamo, purtroppo, farcene una ragione: lo straripante dominio dei quattrogiornisti ha ormai conquistato tutto ciò che c'era da conquistare. La loro filosofia ha messo ormai solide radici e le ha affondate in occasione dell'epidemia del virus, trovando terreni fertili nel nome di una spiccata solidarietà che accrescere il proprio io e non solo.

Palazzo ha aperto finestre, corridoi e porte al virus del quattrogionista, inventandosi passaggi di una strumentalizzazione quattrogiornista che mai si erano verificati. Così ci si è inventati una messa in Piazza del Campo con le 17 bandiere esposte, anticipata dall'invenzione del dono del cero a Provenzano. Una donazione, quella del cero, che è un'offesa alla storia della Basilica e dell'intera città.

Poi quei suoni della Marcia del Palio che, è verissimo, fanno venire in su lo stomaco, ma che ha rappresentato un patetico passaggio del quale si poteva fare benissimo a meno. Certo il consenso c'è ed è tangibile, ma che Palazzo abbia permesso il suono delle "sue" chiarine risuona come una vittoria quattrogiornista. Ce n'era, forse, bisogno di questa goffa camminata?

Quel cadenzare di Fornichi fa venire i brividi in pieno inverno, ma adesso, ce lo richiediamo, ce n'era veramente bisogno? Certo le lacrime che commuovono sono reali, più delle formule ipocrite inventate in questi giorni; anche più del volere "stare insieme" aprendo gli introiti nelle casse delle società di Contrada e senza curarsi troppo del cosiddetto distanziamento sociale.

La pandemia non è stato come il periodo "dei tempi della guerra". Con la pandemia si è potuto mangiare tutti i giorni, con stupefacente normalità, tutto quello che volevamo mangiare iniziando dalla colazione, Ai tempi della guerra non si trovava un gatto per strada perché finivano come i conigli. Quindi perché i paragoni con due situazioni completamente diverse? Allora, perché, rincorrere forme, inventandosi i riti mai esistiti, che non possono non appartenere che solo ai quattrogiornisti? Coloro che nulla sanno, ma che hanno la convinzione e l'audacia di tutto ... sapere?

Ormai i quattrogiornisti rappresentano la maggioranza quasi assoluta della minuta componente cittadina delle Contrade; dobbiamo farcene una ragione. Se si osservano quanti onorandini quattrogiornisti esistono, e "pensano" le "cose di Contrada", ci rendiamo conto che la filosofia quattrogiornista detta tutti i tempi e fa anche esaltare, commuovere, piangere.

Il Palio, Festa (sottolineiamo Festa) di Popolo abbraccia qualsiasi modo di comportamento, di sentimento e quant'altro senza distinzioni. E' giusto che sia così, perché le manifestazioni esteriori, che non seguono segmenti delineati, sprigionano modi di essere legittimi sotto ogni angolazione.

Se è normale commuoversi nell'ascoltare le cadenze del Fornichi; è anche normale osservare la loro inutilità in periodi storici che non necessitavano di artificiose ricostruzioni; dall'invenzione del cero a Provenzano, alla super-messa in Piazza, all'uso delle chiarine.

E' facile e semplice parlare il linguaggio della retorica, commuovere, far lacrimare e così via; ma credeteci, si tratta di forme esibizionistiche che vanno al di là dell'ipocrisia più cruda; si vuole, in pratica, esaltarsi nelle disgrazie anche perché l'animo italico porta sempre a crescere con gli eroi nel cassetto, ad auto-esaltarsi nel motto "come noi non c'è nessuno". Da cittini ci hanno insegnato a creare gli idoli che si sacrificano con la morte per il bene collettivo, per poi accorgersi, brevemente, che gli eroi sono forme mitologiche strane e dalle quali è bene prendere le opportune distanze.

Questa epidemia contradaiola ha tirato fuori tutto il peggio degli eroi, auto-esaltati al pensiero di essere unici, di poter piagnucolare con il sorriso tra le labbra e così via. Non sarà, forse, una caratteristica del quattrogiornista?

La pandemia ancora germoglia; il bollettino delle vittime è quotidianamente presente. A Siena ci si commuove per la mancanza della terra in Piazza e si portano, in solenne forma coreografica, le inesistenti ed inventate chiavi alla Vergine Assunta in Cielo; ma i barberi restano in terra.

6 luglio 2020