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Annullamento dei Palii del 2020: una scelta etica 

Direi che è proprio così: una scelta etica. Certo: a causa delle restrizioni causate dal contagio da coronavirus  (che già avevano bloccato le attività contradaiole, compresa la celebrazione delle Feste Titolari), si è parlato di una scelta “tecnica”. Definizione corretta, ma parziale: l’annullamento dei pali 2020 ha anche un significato più profondo, come dicevamo un significato etico. Aspetto questo forse non diffusamente percepito, ma tutt’altro che ignorato. Leggo queste belle riflessioni del Prefetto di Siena dr. Armando Gradone rilasciate alla stampa locale sull’annullamento (decisione formalizzata dal Consiglio Comunale del 19 u.s.): “Nella sofferta ed unanime decisione che è stata assunta non rilevo unicamente il dato tecnico relativo all’incompatibilità delle manifestazioni paliesche con le misure del distanziamento sociale. Leggo infatti in essa un dato morale forte, legato alla drammaticità del momento. Un sentimento di doveroso rispetto per il momento vissuto che ancora viviamo e che speriamo venga presto superato. Nell’elemento morale della decisione assunta c’è anche un fattore patriottico. Una città che rinuncia al suo bene più prezioso per essere parte di un popolo che vive una fase di grande difficoltà”. Complimenti sig. Prefetto. Concordo con lei.

E a dire il vero, già qualche tempo prima, parlando della decisione di far slittare ad altre date i due pali del 2020, con riserva di decidere successivamente se confermarle o annullare del tutto i due pali, qualcuno aveva già colto, in un breve accenno, questo profilo osservando che “data la situazione di pericolo e di dolore che colpisce i cittadini italiani e di molti altri paesi,  stabilire da subito che nel 2020 non sarebbe stato corso alcun palio avrebbe indubitabilmente fatto assumere alla decisione una bellissima coloratura morale”.

Continuando nelle citazioni ricordo che in questo periodo di vaste letture è stato pubblicato un libretto di Paolo Giordano “Nel contagio” con personali riflessioni dell’autore su aspetti della situazione che si è venuta a creare a seguito dell’epidemia; alcune di queste riflessioni (variamente riprese dalla stampa e riproposte anche dall’autore in interventi televisivi) sembrano assai pertinenti al nostro ragionamento. Scrive dunque Giordano: “Nel contagio siamo un organismo unico, torniamo ad essere una comunità. La comunità di cui dobbiamo preoccuparci non è quella del nostro quartiere o della nostra città. Non è una regione e neppure l’Italia e l’Europa. La comunità, nel contagio, è la totalità degli esseri umani. Siamo davanti a qualcosa di grande, che esige il sacrificio e le responsabilità di cui siamo capaci. La decisione migliore è quella che considera il mio tornaconto e contemporaneamente quello di tutti gli altri. Come le api e il vento portano in giro il polline, noi portiamo in giro le nostre inquietudini e i nostri patogeni”.

La prospettiva delle riflessioni di Giordano la ritroviamo in alcuni commenti alla decisione di annullare i pali del 2020. Ne cito uno di tali commenti (come vi sarete accorti, questo scritto è tutto così: nato e costruito sulle citazioni!):   “E’ stato scritto ‘Il palio si arrende’. No, il palio non si arrende! Prende coscienza di ciò che sta accadendo ed offre alla comunità cittadina, ma anche ad una più vasta comunità, il sacrificio  delle perle le sue più care per la tutela del bene comune. Il Palio di Siena ha una risonanza ed un richiamo  mondiali, con  un numero incalcolabile di persone che da tutte le parti del pianeta si ritrovano a Siena nei giorni del palio del 2 luglio e del palio del 16 agosto. La decisione adottata , volontariamente assunta prima che altri ci ponesse un divieto dall’esterno, seppur dolorosa (e anche difficile in presenza di una economia cittadina in estrema difficoltà), non  si pone sul solo piano della rinuncia che riguardi esclusivamente il soggetto che la effettua, ma assume anche il profilo più ampio di collocarsi oggettivamente sulla linea  della tutela di un interesse generalizzato”.

Condivido appieno questa posizione.                                

Roberto Martinelli