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De Mossi si metta il cuore in Pace sullo straordinario del 2020 o del 2021

Non esiste alcuna possibilità, a norma regolamentare, che possa essere corso un Palio straordinario nel 2020 o nel 2021. A parte che, come dimostra l'esperienza 2018, a Siena si è abituati a fare come ci pare, non esiste alcuna possibilità dello straordinario specialmente dopo le recenti modifiche.

Ci sono due tappe ben delineate: ante 31 marzo, o post 31 marzo. Prima del 31 marzo non esiste motivazione meritevole di accoglimento, poiché l'inverno che ci attende, sotto il profilo del Covid-19, fa tremare. Dopo il 31 marzo, e fantasticando sulla reale ed effettiva possibilità di dotare l'umanità di un vaccino, la situazione regolamentare non permette alcuna possibilità di effettuazione.

Contrariamente a quanto sostenuto da Mossi, secondo il quale è la città che deve decidere, la decisione di correre o meno il Palio in più spetta solo ed esclusivamente alle Contrade, anzi a 14 Contrade. Una ristretta parte della "città" di De Mossi.

E per l'effettuazione del Palio in più occorre trovare 10 sì su 14. In gioco non ci sono i valori contradaioli che esaltino il concetto di eventi "di particolare rilievo"; bensì solo le motivazioni di spicciolo interesse paliesco. Interessi che possono contrapporsi allo spirito per cui si vuole cacciare il Covid-19 dalla memoria di tutti; ma pur sempre interessi legittimi che pesano sulla bilancia dei sì e dei no.

E tra le 14 Contrade, chiamate a pronunciarsi anche dopo il 31 marzo, ma sempre prima della tratta di Provenzano 2021, ce ne sono già tre che non possono offrire agli avversari sul tufo la possibilità di ripresentarsi al canape. Ce n'è poi un'altra che, per tradizione e cultura, risulta essere da sempre tra i no al Palio in più.

Poi ce ne sarebbero un "tot" di Contrade a secco, anche con i pagamenti dilazionati negli anni, che sono intente ai recuperi dopo un'annata completamente in bianco.

Ci saranno poi quelle altre Contrade con il rapporto della rivalità aperta e sulle motivazioni è inutile soffermarci.

Quindi il Palio in più non lo decide la città, come sostiene De Mossi, bensì 14 Contrade. Ovvio che lo stesso De Mossi può iniziare, fin da subito, una campagna di sostegno al Palio in più con l'aiuto, che certo non gli manca, con le testate cartacee; ma, forse, siamo alla conclusione del tempo passato recentemente ad illudere la comunità senese.

De Mossi, quindi, si metta pure l'animo in pace; avrà da lavorare in questi mesi estivi su molteplici argomenti di natura paliesca, sempreché le sue continue dichiarazioni non siano frutto di stucchevoli retoriche con cui riempirsi la bocca. C'è bisogno di lavorare ancora, come finora ha fatto.

Così, semplicemente.

18 maggio 2020