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Decisione scontata che doveva arrivare un mese e mezzo fa

Siena si arresa; troppo devastante la pandemia per prendere sottogamba la salute pubblica, e non solo. E' una decisione che sarebbe potuta arrivare con largo anticipo, un mese e mezzo fa per la precisione. Quando De Mossi si era perfettamente reso conto degli effetti devastanti del virus, anziché prospettare formule da piano B, irrealizzabili per la struttura organizzativo-paliesca, avrebbe dovuto indirizzarsi, primo nel mondo ed ancor prima della decisione della Fise su Piazza di Siena, verso l'annullamento completa dell'attività paliesca 2020.

Invece, prima il piano B; poi la riesumazione di un assurdo, improbabile ed antiregolamentare "straordinario"; poi lo slittamento delle date; infine il no finale. Siena è stata l'ultima ad accorgersi che, come sostenuto dal tedescaccio Soeder per l'Oktoberfest "o si fa per bene o non si fa affatto". Un mese e mezzo fa la decisione presa ieri, ma non ancora formulata a livello amministrativo, avrebbe posto la cultura di Siena di fronte al mondo della pandemia.

Ora siamo tutti a sentenziare "era prevedibile", ma tutti, in cuor nostro, speravamo al miracolo. Inutile imprecare nei confronti della sottovalutazione iniziale di un problema che veniva da lontano. Quando vedevano le strade vuote di una città di otto milioni di abitanti, non ci rendevamo conto che la distanza chilometrica era così lontana. Ed allora a scopiazzare il "... non si ferma". Adesso ci siamo fermati veramente.

15 maggio 2020