SUNTO

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Il buongiorno di Roberto Martinelli

 

Caro Sergio,

sono lieto della “riesumazione di Sunto” (come l’hai definita) e ti ringrazio di avermi espressamente chiamato in causa e dello spazio che pensi di lasciare ai miei interventi sul Regolamento per il Palio, in particolare sulle norme che disciplinano la “giustizia paliesca”. Incroceremo di nuovo i fioretti (o le spade, secondo i casi) come spesso avveniva prima della sospensione di Sunto.

Ovviamente, in questo incruento duello, potrà accadere che le mie opinioni si trovino a confrontarsi direttamente anche con le posizioni degli Organi Comunali, condividendole o confutandole (come d’altronde in passato). E’ naturale. Mi occupo della materia da molto tempo: da semplice contradaiolo, da dirigente di contrada di lungo corso, da Rettore del Magistrato delle Contrade; e ora da maturo pensionato che si è trovato più volte a riconsiderare le proprie opinioni, non frutto di estemporaneità ma di ripetute riflessioni, a fronte di una Amministrazione Comunale che, senza alcun dubbio, sta fornendo una propria originale cifra in tema di interpretazione ed applicazione del Regolamento per il Palio. Oltre che nei rapporti con il mondo contradaiolo ed i suoi organismi collettivi: Magistrato delle Contrade e Consorzio Tutela Palio.

Quanto sopra vale ovviamente anche per te. E già lo prefiguri negli articoli di accompagnamento della “riesumazione di Sunto”: nei quali, peraltro, v’è più che un accenno ad una qualche tua preoccupazione che mi ha fatto pensare. Ho girato all’indietro la pellicola dei miei molti interventi in materia, ora distesi ora nervosi, ora di consenso ora di dissenso anche forte: e mi sono ridetto che in ogni caso la nervosità e il dissenso sono pienamente legittimi, purché si mantenga  il rispetto delle persone, dei ruoli e delle funzioni. Da una parte e dall’altra. A questo modo di comportarsi non ritengo di aver mai derogato, né intendo derogare.

Le disposizioni del Regolamento per il Palio sono norme vincolanti nel proprio ambito di operatività, ma vanno applicate con un metodo che è un misto di interpretazione letterale, tradizione e buon senso. Potremmo dire, in sostanza, con attenta e amorevole cura: quella cura che ha fatto sì che siano giunte sino a noi, ancora vive e pulsanti, disposizioni e regole che meravigliano per antica previsione e persistente validità.

Roberto Martinelli